www.consumocritico.it

FOTOVOLTAICO:
energia dal sole

a cura di:
Arch. Luca Fattambrini (e-mail: [email protected])
Arch. Stefano Bassan (e-mail: [email protected])



CONSUMI ENERGETICI

  Tutti gli oggetti, per essere prodotti, e tutti i macchinari, per funzionare, hanno bisogno di energia.  La combustione di ossidi di carbonio, zolfo, idrocarburi a fini energetici provoca modifiche ambientali e aumento delle malattie respiratorie. Le necessità e i consumi energetici della famiglia italiana di tre persone, negli ultimi vent’anni, sono raddoppiati arrivando a 3000 kWh/anno; pari ad un costo energetico  medio di circa 1.000.000 di vecchie lire all’anno (3000 kWh x 340 Lire).

ENERGIA SOLARE

  La terra riceve dal sole un flusso luminoso che attiva i processi vitali, produce i venti, fa crescere le piante, decompone i resti animali e vegetali. Questa energia che colpisce la terra potrebbe bastare e avanzare per produrre tutto il fabbisogno energetico del pianeta (ad esempio un metro-quadrato di terreno di Sicilia riceve energia solare pari all’energia contenuta in un barile di petrolio).

 

PROTOCOLLO DI KYOTO

  I governi hanno stabilito di limitare la dipendenza dalle fonti energetiche non rinnovabili nel periodo tra 2001 e 2010. A questo scopo, i governi, si sono reciprocamente impegnati per ridurre la produzione di CO2 di un quinto. Per arrivarci, c’è una sola possibilità: è necessario aumentare la quota di energia derivante da fonti rinnovabili, raddoppiandola dalla quota attuale del 6% fino al 12%.

 

CHE COS'E' IL FOTOVOLTAICO

 

  La tecnologia fotovoltaica consente di trasformare direttamente la luce solare in energia elettrica senza necessità di meccanismi in movimento. Essa sfrutta il cosiddetto effetto fotovoltaico che è basato sulle proprietà di alcuni materiali semiconduttori (ossia con caratteristiche sia di conduttore eletttrico sia di isolante elettrico come, ad esempio, il silicio) che sono in grado di generare elettricità quando vengono colpiti dalla radiazione solare.

SILICIO

    Dopo l’ossigeno, il silicio,  è l’elemento più diffuso sulla crosta terrestre (28%). Allo stato puro ha struttura cristallina simile a quella del diamante. Tutte le moderne tecnologie dei computer sono possibili grazie al silicio elettronico. I microchips, le schede integrate, i microcircuiti sono tutti realizzati con silicio elettronico. Per ottenere il silicio si parte da sabbia di rocce silicee e quarzose. Attraverso processi di riduzione, la silice, in fase di fusione perde atomi di carbonio che vengono assimilati da sostanze riducenti (sodio, carbone). Dopo varie fasi di fusione/cristallizzazione si ottiene silicio metallurgico, usato per le cellule FV, che è un prodotto di scarto del silicio elettronico perché meno puro. Il silicio utilizzato per le celle fotovoltaiche può essere: policristallino, monocristallino e amorfo (cioè che non ha struttura cristallina).

COSTRUZIONE DELLA CELLULA

    Il silicio metallurgico fuso in lingotti (diametro 10-15 cm) viene affettato in sezioni di 0,25-0,35 mm di spessore. La cellula FV è costituita da due strati di silicio “drogato” (cioè silicio a differente potenziale elettrico) posti tra le due facce delle sezioni ricavate dai lingotti. La differenza di potenziale si ottiene attraverso la diffusione controllata, nei  forni, di atomi di fosforo e di atomi di boro sui due strati opposti della cellula. I primi creano carenza di elettroni, quindi, i secondi creano esubero di elettroni. Dal primo si ottiene silicio tipo “p”, dall’altro silicio tipo “n”. Nella giunzione tra i due strati, per effetto del bombardamento di fotoni (esposizione alla luce solare), le cariche elettriche tendono a separarsi creando la circolazione di corrente elettrica tra le due facce della cellula, ossia, i due poli (negativo e positivo) della cella. Ovvero tra il contatto elettrico inferiore, ottenuto per serigrafia di una pasta d’argento, e il contatto elettrico superiore, costituito da una griglia frontale.

FUNZIONAMENTO DELLA CELLULA FOTOVOLTAICA

    La cellula fotovoltaica è la giunzione di due sottili materiali semiconduttori (silicio tipo “p” e silicio di tipo “n”). Quando un raggio di luce colpisce la cellula le cariche positive si separano da quelle negative creando una differenza di potenziale. Tra i due semiconduttori si genera una piccola corrente elettrica. Una cellula ha una superficie di 100 mmq, alle condizioni di normale insolazione (25 °C – 1 kW/mq) produce corrente elettrica di 3 Ampere di intensità, 0,5 Volt di tensione e 1,5 Watt di potenza. Il silicio è praticamente una “macchina” che produce energia ma, come tutte le macchine, ha delle perdite di efficienza. I moderni motori a scoppio arrivano al 27%, le centrali elettriche arrivano al 50%. Così il silicio policristallino ha rendimenti bassi pari al 12-14%, il monocristallino ha rendimento del 18% e il silicio amorfo ha efficienza di conversione (7%) ancora più bassa del policristallino, costa meno ma ha un tempo di vita di 10 anni mentre, un modulo policristallino, ha garanzia di vita per 25-30 anni.

MODULO FOTOVOLTAICO

  Il collegamento di più cellule consente di ottenere tensioni (Volts) più alte. Una volta connesse in serie/parallelo, le 36 cellule vengono incapsulate in uno spessore di EVA (Etil-Vinil-Acetato) e poi laminate su una lastra di vetro ad alta resistenza, trasparenza e antiriflesso per ottenere il modulo incorniciato da un telaio di alluminio. Così connesse le cellule formano il modulo di mezzo metro quadro che produce 50 Wp (per le perdite di accoppiamento), ad una tensione di 17V (Volts x Amps = Watts). Pesa circa 6 chilogrammi, ha uno spessore di 4 centimetri. Più moduli sono una stringa e, più stringhe insieme, sono un campo fotovoltaico.

EVOLUZIONE STORICA

    La prima intuizione delle potenzialità dei materiali conduttori si fa risalire ad Alessandro Volta alla fine del ‘700. La possibilità di trasformare la luce in energia elettrica fu possibile dopo gli esperimenti di A. Bequerel nel 1839. Ma i periodi di maggior espansione furono gli anni ’50 e l’era dello sviluppo dei programmi spaziali per ottenere energia, in modo affidabile, in luoghi privi di risorse. Ormai la tecnologia fotovoltaica è disponibile dovunque: le minicalcolatrici, gli orologi, gli esposimetri delle macchinette fotografiche e le cellule fotoelettriche dei cancelli. Il primo impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica è stato realizzato nel 1982  in Svizzera. 

PARADOSSO ITALIA

   

Almeno due sono le forti contraddizioni del fotovoltaico in Italia:

  • L’Italia ha un‘insolazione praticamente doppia rispetto alla Germania ma, in Italia ci si accontenta di lanciare un piano per 10.000 tetti fotovoltaici, mentre in Germania il programma è di almeno 100.000 tetti fotovoltaici (in Giappone se ne vogliono raggiungere 70.000 e in U.S.A. 1.000.000).
  • In Italia, a Serre in Campania,  c’è una centrale per la produzione di 3,3 Mwp, la più grande d’Europa che dovrebbe essere da esempio per tutti i piccoli impianti. Viceversa il numero di impianti è molto esiguo.

APPLICAZIONI DEL FOTOVOLTAICO   

  Sistemi autonomi (stand alone):
Costituiti da pannelli, regolatori di carica e batterie di accumulo. Se gli impianti servono apparecchiature a corrente alternata è necessario anche un convertitore di carica.
Le batterie (al piombo acido) hanno un costo di 300-350.000 al kWh e un tempo di vita di 2-5 anni.
(Applicazioni: ripetitori radio – pompe e filtraggio acqua –monitoraggi ambientali – piattaforme off-shore).
  Sistemi connessi alla rete (grid connected):
Il surplus (mancato utilizzo o limitata richiesta) viene ceduto all’ente erogatore grazie ad un doppio contatore che registra i flussi di entrata e di uscita.
Caratteristica esclusiva dell’impianto “grid connected” è l’inverter, ossia il “regolatore” che trasforma la corrente continua in alternata.

Consumi medi a confronto

    Calcolatori – Orologi: da 0,001 a 0,1 W
Stazioni meteo – Telemonitoraggio: da 0,1 a 10 W
Ripetitori radio – Segnaletica stradale: da 1 a 10 W
Televisori – Frigoriferi: da 10 a 100 W
Case isolate – Pompaggio acqua: da 100 a 1k W
Sistemi di irrigazione – Depurazione acque: da 1k a 100k W

QUANTA ENERGIA PRODUCE UN SISTEMA FOTOVOLTAICO

   

La quantità di energia prodotta da un sistema fotovoltaico dipende da:

a) Efficienza dei moduli
Un  metro quadrato di moduli in silicio policristallino ha un’efficienza di conversione del 12,5% e, quindi, in condizioni standard crea una potenza elettrica di 125 Wp.
Per creare 1kWp servono 8 metri quadrati di moduli;

b) Radiazione solare incidente
Dipende dalla latitudine, dalla stagione (distanza e angolo di incidenza) e dalla frazione riflessa dal terreno;

c) Posizione dei moduli (orientamento e inclinazione)
– Azimut (+ 45°)
– Tilt (+ 15°);

d) Efficienza del B.O.S. (Balance Of System)
Si può calcolare anche la produttività di un sistema in base alle efficienze dei moduli e del BOS (mediamente 85%) ossia: il calcolo dell’energia elettrica prodotta in un anno:
(insolazione media annua x efficienza moduli x efficienza del BOS) =
1715 kWh/mq x 12,5% x 85% = 182 kWh/mq;

e) altro (temperatura di funzionamento).

PRODUZIONE DEL MERCATO FOTOVOLTAICO

  Il mercato mondiale di energia prodotta con tecnologie fotovoltaiche, in dieci anni (1990-2000) e più che quintuplicato, passando da 45 MWp a 290 MWp.

Gli incrementi più elevati sono in Giappone, Stati Uniti e Germania che, non solo, incentivano con sussidi l’installazione degli impianti, ma comprano l’energia immessa in rete ad un prezzo superiore al prezzo di vendita.
 


In Italia, alla scadenza del primo programma “10.000 tetti fotovoltaici”, nel 2007 è previsto un nuovo programma per 50.000 impianti.

ECOLOGIA DI UN IMPIANTO FOTOVOLTAICO

 

L’impianto fotovoltaico può essere utilizzato senza spreco del territorio (sopra i tetti) o su pannelli con altre funzioni (barriere acustiche – pensiline frangisole).

E’ un materiale che può sostituire i materiali di finitura dei fabbricati (tegole, lastre ondulate, …).

  Ha il grosso vantaggio di produrre energia lì dove c’è bisogno, evitando gli sprechi delle dispersioni  attraverso i cavi.

Non produce nessun tipo di inquinamento durante il suo ciclo di vita e neanche per lo smaltimento dei suoi componenti (silicio, vetro, ferro, rame, plastica, alluminio).

Infine, il suo utilizzo riduce la produzione di CO² delle caldaie o  delle centrali termoelettriche. (1 kWh elettrico produce 0,53 kg di CO²).
La tecnologia FV ha grosse potenzialità nel futuro più immediato: riduzione dei costi, miglioramenti dell’efficienza di conversione.

LA PROGETTAZIONE DI UN IMPIANTO: dati significativi

 

(Casa isolata - 4 persone - Alto Adige)

Parametri geografici: insolazione (kWh/mq), temperatura
Consumo annuo di energia elet. (media triennio): 4300 kWh/anno
Costo energia (4300 kWh x 372 Lire): 1.600.000 Lire/anno
Azimut: scostamento dal Sud geografico (+ 45°)
Tilt: inclinazione rispetto al piano ( +  15° )
Dimensionamento: 36 moduli x 75 Wp = 2,7 kWp (pot. nominale) = 3280 kWh/anno (elet. utile)

Componenti: moduli, struttura, quadro protezione, inverter (2x1,5 kWp), kit cablaggio.
Costi: Manodopera = 120 ore (3 persone x 5 giorni)
Totale = 41.800.000 Lire (21.587 Euro)

 

Incidenza componenti
moduli (54%),
installazione (19%),
inverter (13%),
cablaggio (8%),
progetto (6%)

Contributo = 31.350.000 Lire (75%)
Parte non finanziata = 10.450.000 Lire (25%)
IVA = 4.180.000 Lire (10%)

Importo finale = 14.630.000 Lire (10.450.000 + 4.180.000)
Detrazione IRPEF: 5.267.000 (14.630.000 x 36%)
Importo da pagare: 9.363.000 (14.630.000 - 5.267.000)

Produzione annua di energia elettrica dell’impianto fv: 3288 kWh/anno

dovuto all’enel: 4300 - 3288 = 1012 kWh x 118 lire = 120.000 + 60.000 = 180.000 Lire

Risparmio: 1.600.000 – 180.000 = 1.420.000 Lire

Tempo di recupero dell’investimento:9.363.000/1.420.000 = 6,6 anni
I costi scendono molto progettando l’impianto prima della costruzione dell’edificio



PROGRAMMA MINISTERIALE 10.000 TETTI FOTOVOLTAICI  (Decreto Min. Amb. 29.03.01)

  OBIETTIVI : Raddoppiare la quota di energia da fonti rinnovabili tra 2001 e 2010.
Ridurre di 1/5 la produzione di CO2.
  PRECEDENTI : (Decreto Bersani, 1999): i produttori di energia elettrica sono obbligati a coprire almeno il 2% degli incrementi della propria capacità produttiva con fonti rinnovabili. E’ possibile vendere questo “credito” (certificati verdi) ai produttori che non forniscono il valore imposto.
  SOGGETTI : Province  -  Capoluoghi di provincia  -  Università  -  Comuni che ricadono in aree protette  -  Enti di ricerca.
  TAGLIA: 1 – 20 kW
  RISORSE: 20 miliardi di lire
  POTENZA  T.: 2 Mwp
  CONTRIBUTO: 75% (IVA esclusa).
Per edifici ad alta valenza architettonica, il contributo sale all’85%.
     

 


PROGRAMMA REGIONALE TETTI FOTOVOLTAICI  (Regione Veneto -  Bando del 1/12/2001)

  ATTUAZIONE: Derivante dal Decreto del Ministero dell’Ambiente del 29.03.01
  RISORSE: 4.400 milioni di Lire
(3.100 dallo Stato e 1.300 dalla Regione Veneto)
  SOGGETTI : privati e pubblici  (firma del titolare del contratto di fornitura)
  IMPIANTI e TAGLIA: connessi alla rete e integrati negli edifici  -  Taglia: 1 – 20 kWp
  TEMPI: 150 gg. dall’accoglimento (per iniziare) + 270 gg (per finire)
  COSTI: accettabili progettazione - direzione lavori – collaudo – certificazione impianto – fornitura e posa- opere edili necessarie
 
CRITERI PREFERENZIALI:

  •     Privati con finalità sociali
  •         Aree disagiate per allacciam.  ENEL
  •          Forniture plurime
  •          Potenzialità maggiori a 10 kWp
  DOCUMENTAZIONE RICHIESTA:
  • scheda tecnica

  • progetto di massima

  • preventivo di spesa

  • dichiarazione di assunzione di spesa

  • comunicazione all’ente erogatore

  • impegno del proprietario a preservare l’impianto per 12 anni
  COSTI AMMISSIBILI: 15,5 milioni di lire per 1 kWp
  EROGAZIONE: Al termine dei lavori e al soggetto richiedente
  DIMENSIONAMENTO: inferiore alla media fornita negli ultimi tre anni.
  CONTRIBUTO: 75% (IVA esclusa).
Per edifici ad alta valenza architettonica, il contributo sale all’85%.

 

FONTI BIBLIOGRAFICHE
E.N.E.A., 2001, L'energia fotovoltaica, Roma. Fotovoltaici, 2000, Milano.
ISES ITALIA, 1995, Costruire con il sole, Roma.
V. Olgyay, 1981, Progettare con il clima, Padova. E.N.E.A., 1983, Architettura bioclimatica, Roma.